CARI FOTTUTISSIMI AMICI

Ognuno di noi ha degli amici.
Ognuno di noi ne ha avuti tanti e persi altrettanti, per la lontananza, per la vita che si mette in mezzo o semplicemente perché "non era destino".
Posso dire in tutta franchezza che a trentacinque anni ho accanto gli amici che voglio, che amo, per la cui presenza nella mia vita ho lottato duro.
In una puntata di SATCH Carrie dice a Miranda: "Non ci si sveglia una mattina e ci si ritrova amici per magia; bisogna lavorarci!".
Parole che condivido in pieno.

E' anche vero però che ci sono amicizie che sono lì, in un angolo della tua vita, ma che per assurdo durano da venti anni.
Come quando hai il balcone pieno di piante bellissime che curi costantemente, a cui dai l'acqua tutti i giorni, a cui cambi la terra e quindi crescono rigogliose.
Se però dimentichi di curarle ecco che in poco tempo appassiscono.
Poi invece c'è quella piantina che hai preso da Ikea, che magari hai messo nella finestrella del bagno e che per una strana ragione non curi mai ma che probabilmente ha avuto la fortuna di essere posizionata nella giusta angolazione.
Sta lì e senza motivo apparente cresce senza bisogno di attenzioni particolari.
Ecco, quella piantina sono i miei amici del cuore.
Si sono posizionati nell'angolazione giusta della mia vita e lì prosperano da anni.
Ci vediamo poco, abitiamo tutti lontani.
Chi a Firenze, chi a Milano, chi nelle Marche.
Non siamo più tutti e quattro insieme da anni ormai perché far combaciare ferie o giorni liberi è difficile, senza considerare la distanza che ci separa.
Però il ricordo di noi è sempre acceso.
Il fuoco sacro della nostra amicizia brucia sempre.
E allora capita che quando a qualcuno di noi accada qualcosa che solo gli altri tre possono capire, sia una scelta importante piuttosto che una stronzata (e la maggior parte delle volte è la seconda opzione che la fa da padrone), ecco lì partire email, sms o telefonate per condividerlo con chi sai che vivrebbe quella situazione nella stessa maniera in cui la vivi tu.
Mesi fa uno di noi preso da un attimo di nostalgia mi mandò un sms in cui mi ricordava un episodio buffo accaduto a tutti noi una vita fa.
Gli era venuto in mente così, senza motivo, magari mentre era imbottigliato nel traffico.
Un episodio che appartiene a un altra vita.
Quando eravamo adolescenti.
Quando le vacanze duravano tre mesi,  quando la nostra preoccupazione più grande era non far scoprire ai nostri genitori che fumavamo di nascosto e che andavamo in motorino in due senza casco.
Appena l'ho letto un sorriso ha invaso le mie labbra.
Gli ho risposto che non credo possibile che esista qualcuno al mondo che abbia passato delle estati belle come le nostre, e che non avrò mai più amici come loro.


Mi ha risposto con una sola parola: IDEM.
Continuiamo a restare fedeli a quello che, senza saperlo in quei momenti, stavamo costruendo, risata dopo risata.
E possiamo anche essere cambiati, aver attraversato la vita in maniere diverse e aver fatto scelte opposte, ma quando siamo insieme siamo ancora quei ragazzi.
Le amicizie che nascono quando si è piccoli sono quelle che, in un modo o nell'altro ti segnano.
Per tutta la vita ho cercato di compensare il vuoto che lasciavano in me ogni volta che dovevamo separarci.

Un vuoto incolmabile.
Mi piace pensare a noi quattro così.



Sostituire il conte Mascetti? Il Perozzi? Oppure il Necchi? Forse il Melandri?
Non diciamo stronzate per favore.
Noi avevamo la stessa compattezza, la capacità di screditare il brutto della vita con una sonora risata.
Capirsi in una frazione di secondo e stupirsi ancora quando si dice la stessa cosa nello stesso istante.
Ridere fino alle lacrime, senza riuscire a prendere respiro, solo perché uno di noi alza un sopracciglio.
Sentire che la tua vera te esce fuori solo con loro.
La tua risata migliore è sempre con loro e per loro.
Non incontrarsi per anni, ma rimanere sempre in contatto.
Vedersi e sentire di essersi separati solo un battito d'ali prima.
Penso a loro e non posso non pensare al periodo più bello della mia vita.
Sono il profumo della pioggia improvvisa a ferragosto, la familiarità del rumore dei loro passi sul vialetto di ciottoli di casa mia, la chitarra che suona sempre la nostra canzone.
Sono sempre li, qualsiasi cosa accada.
Come le piantine di Ikea,  accucciati in un cantuccio del mio cuore che sembra marginale ma che, per caso o per destino, e' quello in cui il sole non tramonta mai.


Vi amo dal profondo brutti stronzi.







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